COLPO DI FUOCO BATTERICO
Erwinia amylovora ( Burrill ) Winslow et. al
CONTROLLI E PREVENZIONE IN VIVAIO

di Luca Galligani Servizio Fitosanitario ARPAT Pistoia


Introduzione

Il colpo di fuoco batterico, noto nella letteratura in lingua inglese come "fire blight", colpisce numerose rosacee coltivate, arboree e arbustive; viene così detto per il caratteristico imbrunimento dei germogli, dei fiori e delle foglie che sembra causato da una fiammata.

Il pero ed il melo sono gli ospiti suscettibili di maggiore interesse economico. Oltre a questi le piante ospiti di E. amylovora comprendono 150 specie in 37 generi appartenenti alla famiglia delle rosacee, di cui numerose ornamentali.

Fra le piante ad interesse vivaistico-ornamentale, i generi particolarmente danneggiati dagli attacchi della batteriosi sono Chaenomeles, Cotoneaster, Crataegus, Cydonia, Pyracantha, Sorbus e Stranvaesia.

Originaria degli Stati Uniti, la malattia fu descritta fin dal 1780. La prima segnalazione europea risale al 1958 nell'Inghilterra meridionale.In Italia sono stati segnalati focolai in Puglia ed in Sicilia e recentemente in Emilia-Romagna ed in Lombardia.

Dal 1980 ad oggi parecchie sono state le iniziative che hanno avuto lo scopo di sensibilizzare tecnici,agricoltori ed opinione pubblica alla pericolosità della batteriosi. A causa del suo elevato potere di rapida distruzione delle piante e della sua incontrollabile diffusione, una volta insediata in un area, appare giustificato intraprendere, sin dal suo primo apparire, efficaci misure di lotta atte a prevenire o per lo meno ritardare l'introduzione della batteriosi nella nostra regione. Tra queste misure la priorità spetta indubbiamente ai controlli fitosanitari sui materiali vegetali importati o provenienti dalle altre regioni.

Nell'esame del materiale è necessario individuare sia sospetti cancri presenti sulle piante in transito che avvizzimenti associati a lesioni fogliari e cancri indeterminati sulle plantule o sugli astoni in vegetazione durante i sopralluoghi.

Sintomatologia

Il colpo di fuoco batterico può manifestarsi su tutte le parti aeree della pianta. I sintomi possono evidenziarsi dalla ripresa vegetativa con avvizzimento e annerimento dei mazzetti fiorali e più tardi, dopo l'allegagione, con l'imbrunimento e successivo disseccamento dei frutticini.

Dai punti di infezione primaria la batteriosi si trasmette poi ai rami; in assenza di infezioni fiorali i frutticini si possono infettare attraverso i piccioli inseriti su rametti colpiti dalla mallattia.

Le infezioni fogliari si manifestano con imbrunimento della lamina e suo arrotolamento verso l'alto, cui segue un avvizzimento. Fiori, foglie e giovani frutti avvizziti rimangono attaccati al ramo. Alle infezioni fogliari e dei fiori può seguire la necrosi dei giovani germogli, erbacei ed in attiva crescita, che avvizzendo assumono il caratteristico ripiegamento a manico di ombrello.

In genere gli organi colpiti dal colpo di fuoco batterico assumono una colorazione bruno-nerastra (es. pero) o marrone-rossastra (es. pyracantha o cotoneaster).

Con la progressione dell'infezione sui rami, branche e tronco, si ha la formazione di cancri corticali più o meno espansi con aree di forma irregolare, di colore scuro, a margine leggermente sopraelevato e talora vescicoloso.

Quando il cancro interessa l'intera circonferenza di un ramo ne causa l'avvizzimento e può determinare la morte della pianta se interessa il tronco o il colletto. Alla fine della stagione vegetativa al bordo del cancro compaiono fessurazioni, la corteccia diventa bruna e s'affossa al centro. Il cancro in genere è diffuso e presenta sotto la corteccia delle striature color rosso volpino, spesso ha un odore caratteristico di mele fermentate. Anche i frutti possono essere colpiti dalla batteriosi manifestandosi con aree imbrunite e molli, soggette a marciume.

In condizioni di elevata umidità ambientale si possono osservare sulle parti infette gocciole di essudato batterico, un liquido lattiginoso di colore biancastro o aranciato che contiene milioni di cellule vive di E. amylovora. In condizioni ambientali più asciutte dalle fessurazioni presenti possono uscire filamenti di consistenza semisolida conteneti batteri e che, come l'essudato, possono diffondersi nell'ambiente.

Il colpo di fuoco batterico ha una progressione rapida nei tessuti della pianta ospite e può portare rapidamente alla morte dell'intera pianta. Alcuni di questi sintomi possono essere confusi con un altro batterio: Pseudomonas syringae pv. syringae. Anche le infezioni di P. syringae possono causare necrosi fiorali ed avvizzimenti di infiorescenze simili a quelle del colpo di fuoco.

Più comunemente la distinzione è possibile perchè l'infezione di P. syringae si arresta alla base dei peduncoli fiorali e provoca cancri sulla corteccia delle branchette fiorifere assai di rado; in questi ultimi casi la estenzione dei cancri non supera i 2-5 cm e si forma una netta fessura al loro margine.Non si rilevano presenza di essudati. Per questo motivo si rende sempre necessario effettuare un'analisi di laboratorio su materiale con i sintomi sopra descritti.

Biologia

E. amylovora svolge il proprio ciclo biologico in associazione con la pianta ospite. Nell'area in cui la malattia è presente le sorgenti di inoculo sono i cancri. Alla ripresa vegetativa i cancri riprendono la loro attività ed i batteri si diffondono sotto forma di essudato che può essere veicolato dal vento, dall'acqua ( nebbie, piogge e grandinate), dagli insetti, dagli uccelli o dall'uomo(es. con la potatura) infettando fiori foglie e germogli. La penetrazione nei tessuti avviene principalmente attraverso le aperture naturali degli organi della pianta quali le strutture fiorali e attraverso ferite, siano esse microscopiche o visibili.

In primavera il batterio comincia a moltiplicarsi invadendo nuovo tessuto corticale ed emettendo goccioline di essudato di colore biancastro e vischioso che diffonde l'infezione primaria. Le vie di penetrazione del batterio sono le aperture naturali dei fiori e dei germogli o le ferite causate da grandine, punture di insetti,tagli o altre cause.Il batterio, attraverso gli spazi intercellulari, si diffonde rapidamente nei giovani tessuti sino a raggiungere rami e tronco.

Dal punto di ingresso dell'infezione primaria si hanno necrosi di fiori, foglie e germogli e produzione di nuovi cancri con formazione di nuovi essudati o di esili filamenti biancastri che danno luogo alle infezioni secondarie.

Le piante ospiti manifestano la massima suscettibilirà nel periodo della fioritura con giornate piovose e temperatura media compresa tra 22 e 25° C. Le fioriture secondarie, che si verificano di norma con temperature più elevate, sono pertanto molto pericolose perchè favoriscono nuove infezioni.

A breve distanza la diffusione della malattia è assicurata da pioggia, insetti, uccelli, vento e dall'uomo. A lunga distanza il patogeno può essere introdotto con piante o materiale vegetale, ma anche gli uccelli migratori possono diffondere il batterio.

Difesa

La difesa al colpo di fuoco batterico è basata fondamentalmente sull'uso di materiale di propagazione sano, prodotto in aree esenti dalla batteriosi o dove la batteriosi sia sotto stretto controllo, così come stabilito dalla normativa comunitaria.

E' fondamentale controllare tutte le piante ospiti, siano esse coltivate, spontanee o presenti in vivaio per individuare i primi focolai di infezione cui deve seguire la immediata distruzione col fuoco delle piante infette ed una attenta sorveglianza della situazione sanitaria delle piante ospiti vicine.

Per questo il D.M. 27/3/1996, che stabilisce l'obbligatorietà della lotta, impone di estirpare e distruggere immediatamente ogni pianta visibilmente infetta e, intorno ad essa, ogni altra pianta ospite per un raggio di dieci metri.

In caso di vivai, il servizio fitosanitario regionale può disporre l'estirpazione e la distruzione delle piante ospiti asintomatiche per un raggio superiore ai dieci metri. Il sopracitato D.M.impone anche la creazione di una zona di sicurezza comprendente un'area di almeno 3,5 Kmq attorno al punto del focolaio accertato che dovrà essere ispezionata frequentemente.

Inoltre l'art. 7 del citato D.M. impone "per i dodici mesi successivi alla scoperta dell'ultimo caso acceertato è vietato trasportare fuori dalla zona di sicurezza o mettervi a dimora piante ospiti di Erwinia amylovora o loro parti senza preventiva autorizzazione del Servizio fitsanitario Regionale".

Tale particolare autorizzazione impone una serie di controlli ed analisi che, nel caso migliore, limitano il commercio e la messa a dimora di queste piante.

Si pensi al grave danno che il rinvenimento di un solo caso della malattia potrebbe causare ad un comprensorio a forte vocazione vivaistica; in pratica ciò significherebbe una forte riduzione della coltivazione di piante ospiti per un lungo periodo e per buona parte del territorio.

In considerazione della possibilità che il colpo di fuoco batterico si insedi nel nostro territorio è stata istituita una Rete di monitoraggio. Lo scopo è il rilevamento dei primi focolai di colpo di fuoco batterico per l'attuazione di tempestivi interventi eradicativi e la conoscenza della disseminazione nello spazio e nel tempo della batteriosi.

La rete Regionale comprende punti e linee di monitoraggio, controllati da un gruppo di ispettori ed un centro diagnostico specializzato. I punti di monitoraggio sono costituiti da piante ospiti coltivate e spontanee ed appartenenti ai generi Malus, Pyrus, Crataegus, Cotoneaster, Cydonia, Pyracantha, Sorbus, Stranvaesia e Chaenomeles. La distanza media fra due punti è fissata in 5 km ed i punti dovranno essere individuati in aree di particolare importanza epidemiologica (territorio circostante, aree ad alta densità vivaistica, zone frutticole, parchi e giardini pubblici e privati, raggruppamenti di piante spontanee o isolate).

In Toscana la rete regionale prevede circa 550 punti di osservazione; per ciascun punto viene redatta una scheda che riporta tutti gli elementi di identificazione e le relative caratteristiche ed è corredata di una foto.Le percentuali dei generi monitorati sono : Pyrus 29%; Pyracantha 27%; Malus 20%; Crataegus 12%; altre 12%. Sono previste due ispezioni effettuate nel periodo Maggio-Giugno e Settembre-Ottobre. Naturalmente il controllo è esteso a tutte le zone dove sono presenti vivai.

La lotta al colpo di fuoco batterico è in realtà piuttosto difficile.L'eliminazione mediante bruciatura delle parti di piante o piante intere infette non risolve il problema in quanto vi sono molte piante ospiti spontanee che risultano praticamente non contollabili. Gli interventi chimici con prodotti autorizzati, risultano sempre relativamente efficaci. I prodotti normalmente utilizzati nella lotta contro questa batteriosi sono a base di rame e vengono distribuiti generalmente dopo pioggie e grandinate.

L'uso in agricoltura degli antibiotici, che potrebbero essere in grado di combattere la batteriosi, è vietato.

Le possibilità future di difesa si basano sulla lotta biologica con l'uso di batteri antagonisti e sulla selezione di piante resistenti.

Ruolo e suscettibilità delle piante ornamentali

Le piante ornamentali ospiti del patogeno rivestono un ruolo importante nella diffusione della malattia. Soprattutto quelle spontanee o quelle trapiantate in giardini e quindi più difficilmente controllabili, potrebbero essere sorgente di infezione e quindi da queste la malattia si può diffondere in modo incontrollato e incontrollabile.

Può essere utile limitare l'uso di piante ornamentali suscettibili o considerate ad alto rischio che non dovrebbere essere coltivate soprattutto nelle zone dove sono predominanti coltivazioni di pero e di melo.

Benchè non ci sia una accurata sperimentazione che evidenzi resistenza o suscettibilità al colpo di fuoco batterico, si possono rendere noti alcuni dati.

Tra le fruttifere sono considerati sensibili i generi Pyrus (pero), Malus (melo).

Tra le ornamentali presentano elevata suscettibilità Chaenomeles japonica (cotogno del giappone) e Crataegus (biancospino).

Il biancospino, per la sua diffusione allo stato spontaneo, può essere ritenuta la pianta spia più rappresentativa, in particolare il Crataegus monogyna ed il Crataegus oxyacantha sono particolarmente suscettibili, mentre il C. prunifolia e C. coccinea sono resistenti.

I Cotoneaster salicifolius e watereri sono sensibili, mentre C. dammeri var. radicans, C. horizontalis, C. microphyllus sono considerati resistenti.

I Pyracantha sono mediamente sensibili, mentre le varietà. Mojave, Navaho, Teton e Shawnee sono resistenti.

Il Sorbus aria è sensibile, mentre S. aucuparia e S. intermedia sono considerati resistenti.

Stranvaesia davidiana è sensibile.

In base a quanto detto la scelta delle piante da inserire in parchi o giardini dovrebbe essere rivolta alle piante o varietà meno suscettibili alla malattia oppure orientarsi su piante non appartenenti alla famiglia delle Rosacee, ma con caratteristiche ornamentali simili.

Conclusioni

La presenza di importanti focolai di E. amylovora nelle Regioni vicine ci deve mettere in allarme.

Benchè nella nostra Regione non siano ancora stati individuati focolai, il Servizio Fitosanitario Regionale è da tempo impegnato nel controllo e nella sensibilizzazione sui rischi legati alla introduzione ed alla diffusione del colpo di fuoco batterico. Ma è indipensabile la collaborazione di tutti i vivaisti, aziende agricole, organizzazioni per l'agricoltura e tecnici ai vari livelli che sono invitati a segnalare immediatamente la sospetta presenza della batteriosi.

L'E. amylovora, specialmente nei vivai necessita di una rapida eradicazione sin dai primi sintomi, l'esperienza dimostra infatti che una volta insediata è molto difficile poterla eradicare o combattere.

Solo la tempestiva segnalazione e completa distruzione delle piante può preservare la zona dall'insediamento definitivo del batterio.

Il vivaista gioca un ruolo fondamentale nel segnalare con tempestività i casi sospetti con un attento controllo delle specie soggette al colpo di fuoco batterico sulle piante acquistate fuori regione o all'estero e con un fattivo spirito di collaborazione con il Servizio Fitosanitario Regionale.


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