Negli ultimi decenni sono avvenute profonde modificazioni nel modo di produrre e di consumare, con una dinamica ancora in corso di trasformazioni incessanti e con la diffusione, a tutti i livelli sociali, di una presa di coscienza dei problemi dell'ambiente naturale e di una sensibilità, talora esasperata, tendente alla sua conservazione.
In questo quadro anche il ruolo economico-sociale del vivaista-produttore di piante ornamentali da esterni si è adeguato al nuovo modo di pensare, cosicché la sua figura si identifica ormai con quella di uno dei più qualificati "operatori ecologici" oggi esistenti.
In un mondo come quello attuale, dove gli insediamenti urbani a volte selvaggi ed incontrollati e lo sviluppo industriale hanno provocato dissesti ambientali, inquinamenti e disastri ecologici; in un mondo, caratterizzato dall'incessante depauperamento della vegetazione e di molte altre risorse naturali; in un mondo che necessita che si ristabilisca un equilibrio a livello planetario, prevenendo o rimediando a questi dissesti, per rendere così più vivibili territori profondamente degradati e per ricreare un ambiente a misura di uomo, l'operatore vivaistico si pone come indispensabile supporto, non solo per fornire il verde ornamentale, ma anche per individuare e selezionare le specie resistenti all'inquinamento urbano, alle piogge acide che ammalano i nostri boschi e contribuire a risolvere i problemi generati dallo sviluppo postindustriale.
Per espletare questo compito, il vivaista deve acquisire dall'esterno i necessari apporti di terziario avanzato, i quali generano sinergie che si riverberano in una maggiore efficienza della funzione da lui assolta. In altre parole, l'operatore vivaistico ha bisogno di essere coadiuvato da persone esperte le quali, grazie alle loro esperienze e conoscenze, assicurino la migliore e più conveniente collocazione del prodotto presso l'utilizzatore finale.
Questi personaggi debbono possedere una cultura generale ampia, finalizzata alla realizzazione di parchi, giardini e comunque del verde ornamentale, cosicché le loro conoscenze spazieranno dall'architettura alla botanica, dalle scienze naturali alla psicologia, dalla storia dell'arte alla biologia, ma soprattutto devono avere un orientamento estetico e senso della progettazione perché questi costituiscono gli elementi illuminanti dei loro percorsi.
Questi tecnici svolgeranno una funzione di progettazione e di coordinamento del lavoro e qualora si presentino specifiche esigenze si rivolgeranno allo specialista: all'architetto se occorre l'architetto; al geologo se necessita il geologo, al botanico se vi è l'esigenza del botanico, e così via.
Il bagaglio di conoscenze interdisciplinari acquisite, unito all'esperienza derivante da adeguati apprendistati, consentirà loro di svolgere al meglio una funzione di intermediazione tra l'azienda vivaistica ed il committente, pubblico e privato.
Queste persone dunque, essendo a conoscenza delle esigenze dell'utenza, delle indispensabili conoscenze estetiche ed artistiche, nonché delle tecniche produttive e di conservazione del materiale vegetale, progetteranno la migliore destinazione delle piante, in una "osmosi culturale" con il vivaista.
Questa funzione preziosa di terziario avanzato non è purtroppo mai stata configurata con precisione nel nostro Paese, nei suoi lineamenti essenziali, cosicché, quando si tratta di realizzare opere a verde, si assiste talora ad un arrangement i cui buoni risultati sono piuttosto rimessi al senso di responsabilità e di iniziativa delle parti interessate, anziché ad una corretta impostazione del problema a tutti i livelli: paesaggistico, tecnico-progettuale, giuridico ed economico.
Da quanto abbiamo affermato emerge la necessità improcrastinabile per le aziende vivaistiche che anche nel nostro paese, come accade nei paesi esteri più evoluti, vengano individuate, sia a livello didattico-formativo che a livello operativo, le figure dell'"Ingegnere del verde" e dell'"Architetto del paesaggio": tecnici preparati specificamente specializzati nell'uso degli alberi ed ai quali spetti il compito, non più mutuabile indiscriminatamente dalle categorie più disparate, di ideare, progettare e costruire opere a verde per la riqualificazione del territorio o più semplicemente per la costruzione di parchi e giardini.
Ma per creare queste figure è indubitabile che occorre predisporre gli strumenti ed i supporti didattici necessari, cioè realizzare scuole di specializzazione ad hoc, con più livelli di specializzazione, sia post-diploma che post-laurea, perché è solo vivendo e lavorando a stretto contatto con le piante che si può acquisire la necessaria professionalità per la loro utilizzazione e comprendere appieno la loro bellezza, la loro natura tante volte misteriosa, i loro segreti di vita. Ed è solo così che le aziende vivaistiche potranno disporre finalmente di moderni professionisti per l'arredo a verde e per la valorizzazione ed il recupero dell'ambiente.
È però necessario agire con rapidità: l'agguerrita concorrenza estera è alle porte e deve trovarci adeguatamente preparati anche in questo campo strategico.
Diversamente dovremo fare i conti con l'ennesimo gap tecnologico in un settore di terziario, gap che potrebbe favorire nelle assegnazioni degli appalti per le opere a verde in futuro, non soltanto i progettisti stranieri, ma anche le altre categorie coinvolte: produttori di piante ornamentali da esterno, costruttori di parchi e giardini e commercianti.
Nel quadro sopradelineato, appare assai opportuna l'iniziativa promossa congiuntamente dall'Amministrazione Provinciale di Pistoia, dalla Camera di Commercio di Pistoia, dal Comune di Pistoia e dall'Ente Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, con la quale è stata stipulata una convenzione con la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze ed avviato un corso triennale di Diploma di specializzazione post-laurea per "Architetti dei giardini e del paesaggio".
Il Diploma è il terzo in Italia in ordine di tempo e viene quindi a colmare una lacuna ed a soddisfare una esigenza assai avvertita nel nostro Paese.
Il corso si svolge in via temporanea, in attesa di una soluzione adeguata presso la sede della Camera di Commercio di Pistoia, salvo alcune lezioni teoriche che si tengono presso l'ateneo fiorentino ed è aperto per quest'anno solo ai laureati in architettura; dall'anno prossimo dovrebbe essere possibile frequentarlo anche per i laureati in Agraria.
Gli iscritti al corso per l'anno corrente sono diciassette e gli insegnanti sono tutti di livello accademico elevato. Oltre alle lezioni teoriche, sono previste esercitazioni pratiche di progettazione.
Il corso costituisce, insieme all'altro già esistente dal 1992 - quello di laurea breve in "Produzioni vegetali - specializzazione in Tecnica vivaistica", con sede presso l'Istituto Professionale per l'Agricoltura di Pistoia e presso il locale Centro Sperimentale per il Vivaismo, anch'esso promosso e finanziato dagli stessi enti, ma in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Firenze un nucleo cui potranno aggiungersi altre importanti specializzazioni di livello universitario per completare "l'armamentario" a disposizione del sistema delle imprese della provincia di Pistoia per favorirne l'armonica crescita futura. Nel contempo, queste iniziative rappresentano emblematicamente importanti traguardi raggiungibili grazie alla collaborazione di tutte le parti interessate allo sviluppo dell'economia della nostra provincia.